Oltre ad occuparsi della promozione della ricerca sul cancro, la Fondazione Pezcoller ha dato vita ad un ciclo di sette incontri di formazione online con l’obiettivo di approfondire il tema della comunicazione della scienza e delle diverse figure professionali che vi operano.
Gli incontri, tutti gratuiti su Zoom, si svolgono ogni mercoledì dalle 18 e sono iniziati lo scorso 5 maggio con il contributo di Roberta Villa. I prossimi vedranno gli interventi di Giancarlo Sturloni, Ruggero Rollini, Beatrice Mautino, Daniela Ovadia, Elisabetta Tola e Luca De Fiore. Ognuno di loro condividerà la sua esperienza, raccontando come funziona il proprio lavoro.
Roberta Villa, divulgatrice scientifica, ha presentato la sua esperienza su Instagram dove, da oltre un anno, sta raccontando la pandemia e i vaccini con numerosi approfondimenti e riflessioni quotidiane. Dopo l’insistenza di Dario Bressanini e Beatrice Mautino, anche loro divulgatori scientifici, Roberta Villa ci ha messo la faccia e ha aperto, dopo Facebook e Youtube, un canale Instagram dove dialoga con i propri follower sui loro dubbi o temi legati alla medicina e, in questo ultimo anno, alla pandemia e ai vaccini. Lo fa utilizzando un modo di scrivere e parlare pratico e chiaro mettendo al centro la comprensibilità e i contenuti nel rispetto degli utenti e del confronto continuo. L’incontro si è concluso con una riflessione sulle diverse figure professionali: quella del giornalista scientifico che fa attività di inchiesta su questi temi, il divulgatore scientifico che avvicina le persone alla scienza e del comunicatore scientifico.
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In scia a questa distinzione vi segnalo le stories, sempre su Instagram, di Beatrice Mautino pubblicate a seguito di uno scambio sull’uso dell’acqua micellare. Mautino sottolinea come si dia tanta importanza al concetto di autorità ma nessuna al ruolo. Grazie ai social abbiamo sempre più accesso e ci troviamo di fronte tanti ruoli diversi che dobbiamo imparare a conoscere e distinguere per interpretare quello che ci viene detto. “Il principio di autorità è quanto di più deleterio possa esistere. le cose non sono così perchè lo dico io o perchè lo dice il luminare o l’influencer da 10 milioni di follower…. Le cose sono così semplicemente perchè lo sono“. Per questo prima di guardare a cosa pensano medici, divulgatori o influencer, è importante chiedersi come stanno le cose davvero. Ci sono per esempio le aziende che non mirano a fare informazione ma a promuovere i prodotti che vendono (non sono quindi organi di informazione e non vanno trattati come tali). Un medico sui social fa sì informazione ma con un approccio legato alla sua professione e sui comportamenti da adottare. Il divulgatore scientifico mira invece a trasmettere informazioni e strumenti per stimolare un ragionamento. “Questo significa che lo stesso identico tema possa essere affrontato con approcci e sfumature diverse pur dicendo la stessa cosa. Quello che cambia non è l’autorevolezza di chi lo dice ma il suo ruolo”, conclude Mautino.
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Per info e iscrizioni ai Mercoledì di Pezcoller.