Un’esplosione ha scosso il deposito Eni di Calenzano, a pochi chilometri da Firenze, causando cinque morti e 26 feriti, di cui due in gravi condizioni. L’incidente, avvenuto lunedì 9 dicembre 2024 alle 10:20, nella sua drammaticità ha segnato il primo utilizzo del sistema IT-alert in un caso reale.

Il dramma e la risposta immediata

L’esplosione, originata da una probabile perdita di carburante durante il caricamento delle autocisterne, ha causato un incendio e un’onda d’urto che ha distrutto la stazione di rifornimento, infranto vetri e danneggiato edifici nelle vicinanze. Il boato, percepito in gran parte della provincia di Firenze, è stato registrato dalle stazioni sismiche della Rete Sismica Nazionale dell’INGV che ha consentito di localizzare la zona in cui è avvenuta l’esplosione e di stimare una magnitudo equivalente pari a 0.9.

Le operazioni di soccorso si sono protratte per ore, con i Vigili del fuoco che hanno spento le fiamme intorno a mezzogiorno. Martedì mattina sono stati trovati i corpi delle tre persone inizialmente disperse, portando il bilancio delle vittime a cinque. La Procura di Prato ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo.

La colonna di fumo nero visibile a grande distanza ha destato preoccupazioni tra i residenti, ma l’ARPAT nel pomeriggio di lunedì ha dichiarato che non ci sono rischi per la salute.

IT-alert: il primo invio

Tra le misure di emergenza, spicca l’attivazione del sistema IT-alert, utilizzato per la prima volta in un caso reale dopo oltre un anno di test e simulazioni. Alle 11:25 di lunedì, i cittadini nel raggio di 5 chilometri dall’impianto hanno ricevuto un messaggio di allerta sul proprio cellulare:

ALLARME PROTEZIONE CIVILE 09/12/2024 ore 11:25
Incidente nell’impianto industriale ENI Spa con presenza di sostanze pericolose nel Comune di Calenzano (Firenze), via Erbosa n.29. Trova riparo al chiuso e non avvicinarti all’impianto. Tieniti aggiornato e segui le indicazioni delle Autorità.

Questo strumento di comunicazione di emergenza, previsto dalla Direttiva Seveso e dal Codice delle comunicazioni elettroniche, si è dimostrato essenziale per avvisare rapidamente la popolazione di un pericolo imminente. Il messaggio è rimasto attivo, e le persone che entravano nell’area interessata hanno continuato a ricevere l’alert, fino intorno alle 16, quando ARPAT ha comunicato che non c’erano rischi per la salute pubblica. Certo è che un’ora e qualche minuto per prendere la decisione di inviare l’alert e attivare le procedure necessarie sono un lasso di tempo importante che in emergenza non sempre abbiamo.